Rassegna

Archidiocesi Spoleto – Norcia ARTE DELLO SPIRITO SPIRITO DELL’ARTE

Lunedì 14 maggio si presenta il Complesso Monumentale del Duomo di Spoleto, che comprende la Cattedrale, il Museo Diocesano e la Basilica di Sant’Eufemia, con le inedite “visioni” dall’alto – interne ed esterne – della sommità dell’abside del Duomo e del campanile.

Il nuovo progetto dell’Archidiocesi, con la collaborazione di Civita Opera, è definito “Arte dello Spirito – Spirito dell’Arte”: due concetti, un chiasmo, una lettura più ampia, ma allo stesso tempo unitaria, dei monumenti della città, in cui la Cattedrale torna a essere non solo fulcro spirituale, ma anche artistico, da cui si diparte ogni altro itinerario.

Come ha rilevato l’Arcivescovo di Spoleto, Renato Boccardo, quella del Complesso Monumentale “è una lunga storia, una storia di fede, di arte e di cultura, una storia che si può leggere attraverso le pietre, ma è necessario anche andare al di là di quello che si vede immediatamente e di trovare “dentro” tutto ciò che racconta; bisogna tendere non solo l’orecchio del corpo ma soprattutto quello del cuore”. Tale disposizione d’animo, continua l’Arcivescovo “permette al visitatore di guardare in alto; abbiamo bisogno nel nostro tempo, forse più che in altri, di non perdere la luce che illumina il cammino”.

In questa prospettiva, due “visioni” straordinarie faranno parte dell’innovazione del percorso di luce. Per la prima volta il visitatore potrà ammirare dall’alto il ciclo di Filippo Lippi nell’abside e salire sulla vetta del campanile, dalla terra al cielo come espone l’iconografia degli affreschi del pittore fiorentino: dall’Annunciazione alla Natività, dalla Morte della Vergine all’Assunzione fino alla rappresentazione dell’Empireo. In particolare, nella vista in prossimità dell’abside, si può meglio osservare l’affresco del catino con l’Incoronazione della Vergine: Dio Padre e Maria risultano così figure imponenti e il visitatore riconosce da qui il popolo del Paradiso distinguendo le figure dei Profeti e delle eroine del mondo biblico.

Lo scopo è dunque quello di creare un percorso unitario fra i vari siti che si collegano alla Cattedrale in cui protagonista è la luce che accompagna il visitatore, anche con l’ausilio di una nuova videoguida multilingua, già all’esterno della chiesa, in un cono prospettico in discesa verso la facciata. La luce che genera altra luce si ritrova all’interno dell’ampia navata fino dunque alla visione del catino absidale e al raggiungimento della sommità del campanile.

D’altra parte la cattedrale custodisce vari capolavori, dalla facciata al Pavimento alle varie Cappelle percorrendo stili e scuole, dall’arte delle origini al Romanico, dal Rinascimento al Barocco fino al Neoclassicismo. Ma il Duomo non conserva soltanto monumenti, è anche luogo per eccellenza della spiritualità, con particolare riguardo alla Cappella

delle Reliquie dove è custodita la preziosa lettera autografa di san Francesco d’Assisi a frate Leone. Al santo, che ebbe la sua conversione a Spoleto, è dedicato anche un ciclo di affreschi ancora inedito, con l’episodio del lupo di Gubbio, che potrà essere mostrato ai visitatori durante la salita alla vista dell’abside.

Il nuovo itinerario di visita del Complesso Monumentale si diparte dal fianco destro della chiesa, dalla Cappella degli Eroli, vescovi di Spoleto, dedicata all’Assunta con affreschi di Jacopo Siculo raffiguranti Profeti e scene del Vecchio e Nuovo Testamento. Il visitatore sarà idealmente accolto dalla Madonna Assunta venerata dal vescovo Eroli. Madonna e vescovo accolgono il visitatore, oggi come un tempo. D’altra parte all’Assunta è intitolata la Cattedrale e la visita conduce agli affreschi di Filippo Lippi con questa tematica nell’abside, culmen del percorso estetico e religioso.

Nel fianco destro della Cattedrale sarà dunque predisposto il punto di accoglienza per l’ingresso alla Cattedrale e ai vari siti del Complesso, dove vi sarà anche la distribuzione dell’audioguida in varie lingue e una libreria con un’offerta editoriale attinente al Complesso.

Oltre alla visita della Cattedrale,  sarà possibile proseguire il cammino al Museo Diocesano e alla Basilica di Sant’Eufemia, che potrà ospitare anche mostre temporanee di arte sacra antica e moderna. Il Museo, situato all’interno del palazzo Arcivescovile, è stato inaugurato alla fine degli anni Sessanta del secolo scorso con lo scopo di conservare e di valorizzare il patrimonio storico-artistico del territorio dell’Archidiocesi di Spoleto-Norcia. Le opere sono disposte cronologicamente nelle sale di rappresentanza del palazzo, dette “appartamento del Cardinale”, che presentano affreschi eseguiti a partire dalla seconda metà del Cinquecento. Alcuni capolavori permettono al visitatore di conoscere scuole artistiche locali e “forestiere”, dell’arte delle origini al Rinascimento fino al Barocco. Maestri spoletini, fiorentini, romani, dall’autore della Croce azzurra al Maestro di San Felice di Giano, da Neri di Bicci a Filippino Lippi, da Domenico Beccafumi al Cavalier d’Arpino fino Gian Lorenzo Bernini.

La chiesa di Sant’Eufemia, uno dei più notevoli edifici romanici dell’Umbria, si inserisce e impreziosisce il percorso del Museo Diocesano. Restano incerte le origini di questa chiesa: secondo l’ipotesi più accreditata, essa sorge sull’area che un tempo era occupata dal palatium quando Spoleto fu sotto il dominio dei Longobardi che elessero la città a sede ducale. La basilica risulterebbe dunque come l’evoluzione della cappella palatina dei duchi longobardi dedicata alla stessa Sant’Eufemia.

In questa prospettiva, il Complesso Monumentale del Duomo di Spoleto diverrà il luogo principe della spiritualità e dell’offerta culturale della città, al fine di promuovere la bellezza divina e terrena, l’unicità di questo sacro luogo, il racconto della città, attraverso un’esperienza consapevole da parte del visitatore.

A conclusione, parole sentite dell’Arcivescovo Boccardo che invitano alla riflessione: “Noi abbiamo bisogno anche nel nostro percorso quotidiano di arricchirci di qualcosa di bello, di qualche cosa di grande che alimenti in noi la nostalgia di una vita bella, di una vita nuova”. Al visitatore e al pellegrino augura “che il contatto con queste opere che raccontano la vita di un popolo possa costituire un arricchimento interiore per continuare con forza, speranza e determinazione il cammino quotidiano. Buona visita”.

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